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ITALIA TV. Reportage. “NELLA PIANA”. Parte seconda. Inverno.

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ITALIA TV. Reportage. “NELLA PIANA”. Parte seconda. Inverno.

(italiatv) E dal meraviglioso foliage che ammanta le valli di una varietà infinita di colori autunnali, a Castelluccio arriva puntuale lo spettacolo invernale: la neve. Scende copiosa, stravolgendo e mutando magicamente lo scenario in una vista fiabesca che coglie lo spettatore di sorpresa, tra i rosei tramonti delle vette e il linguaggio silenzioso dell’albedo.
È un momento stagionale non facile per le attività commerciali: spesso la neve impedisce di raggiungere il borgo, nonostante i mezzi spazzaneve. I castellucciani lo sanno e affrontano il problema con innata esperienza. D’inverno le temperature possono raggiungere anche i meno 20°. Questo non impedisce ai turisti di avventurarsi qui per godere di questi straordinari panorami, tra un piatto di lenticchie e raffinata norcineria locale.

Ma aldilà del turismo tradizionale ed enogastronomico Castelluccio vanta un ricco bagaglio culturale, fitto di testimonianze storiche, miti e narrazioni. Le leggende che aleggiano tra i Monti Azzurri, gli Arcani mondi, così chiamati i Sibillini da Leopardi, sono numerose: dal Guerrin Meschino, al Lago di Pilato, dalla Monella alle Fate trasfigurate della Sibilla. Tutte orientate al processo di profonda trasformazione ed iniziazione dell’individuo, dal tormento alla redenzione di una nuova consapevolezza.
Riecheggia la figura del Tannhauser wagneriano, il mito del cavaliere tedesco che sembra mutuare le gesta del Guerrin Meschino. La leggenda della Sibilla Appenninica che richiama le avventurose gesta dei malcapitati erranti nel dominio della maga Circe, entrambe maghe demoniache e ammaliatrici.
La storia narrata di Ponzio Pilato, procuratore romano della Galilea, che macchiatosi dell’empietà sul Cristo, perirà suicida nelle acque del Lago tingendolo di rosso sangue (in verità per la presenza di piccoli crostacei endemici).
La Monella, storia di una moderna strega come quella di Hansel e Gretel.
Una straordinaria varietà di suggestive narrazioni che affondano le radici nel mito popolare, tra storia e leggenda e che travalica i confini locali.

Ma queste montagne sono state anche luogo di importanti insediamenti di tradizione templare, che offrivano cura e protezione ai viandanti e pellegrini, attigui alla via Francigena, insediamenti religiosi di conventi, chiese e monasteri, soprattutto benedettini. E ospitali, come Preci, dove esiste nell’Abazia di Sant’Eutizio il primo museo di strumenti chirurgici.